NA: LA FISICA DEGLI ACCELERATORI: DAL SOGNO DI RUTHERFORD ALLA VITA DI TUTTI I GIORNI
SEZIONE DI NAPOLI
Era il 1911 quando Ernest Rutherford realizzò il suo esperimento bombardando con particelle alfa, provenienti dal decadimento naturale di materiale radioattivo, sottili lamine d’oro: era l’inizio della fisica moderna, la scoperta del protone, della struttura interna dell’atomo e l’ipotesi di un nuovo modello atomico. Nel 1927, durante il suo discorso alla Royal Society, Rutherford dichiara che: avendo a disposizione fasci di elettroni o di atomi di energia molto più elevata di quella allora disponibile in laboratorio si potrebbe “open up an extraordinary new field of investigation....” (un nuovo straordinario campo di investigazione !!!) . Molti progressi sono stati fatti in meno di ottant’anni, l’energia dei fasci disponibile si è moltiplicata di mille miliardi, sviluppando macchine lineari e circolari: gli acceleratori sono diventati raffinate macchine per lo studio dei costituenti più piccoli della materia. Tali macchine possono portare fasci di particelle (elettroni, positroni, protoni, ioni.....) ad energie molto elevate, facendole poi colpire un bersaglio fisso, formato da atomi di un dato elemento, o scontrare fra di loro. In tal modo si possono creare nuove particelle e ricavare informazioni importanti sulla forma del “bersaglio” e sul tipo di interazione, a partire dalla traiettoria e dall’energia dei prodotti della collisione. La storia dello sviluppo degli acceleratori passa per l’Italia, dove alla fine degli anni 50, nei laboratori di Frascati, si inizia a lavorare all’idea di un acceleratore circolare in cui due fasci di particelle di carica opposta (elettrone e positrone)potessero circolare , uno in senso opposto all’altro, e scontrarsi (collisore). Era il 1961 quando Bruno Touschek realizzò in circa un anno il primo “collisore” funzionante, si chiamava ADA. L’era dei collisori aprì nuovi ambiti di ricerca per raggiungere energie più elevate. Dalla fisica dei laboratori di particelle, gli acceleratori hanno fatto molta strada e sono oggi “al lavoro” negli ospedali, nelle industrie, tra chi si occupa di beni culturali, e raggiungono svariati settori , dall’elettronica, allo studio della struttura delle proteine e lo sviluppo di materiali innovativi. Gli acceleratori nel mondo sono oltre 15.000, ma nei laboratori di ricerca ce ne sono appena un centinaio! La ricerca per lo sviluppo degli acceleratori non si è però fermata. Oltre alla fisica nucleare e subnucleare per la quale essi sono nati, i nuovi campi di applicazione richiedono sia tecnologie sofisticate, che fasci di caratteristiche particolari. Da proiettili per rompere gli atomi, le particelle accelerate sono oggi strumenti complessi ed affidabili per applicazioni nei campi più diversi della vita quotidiana. (Forse anche voi avete in casa un acceleratore : un vecchio televisore a tubi catodici…..!)

DATA: 20-04-2016

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