Perché siamo fatti di materia e non di antimateria?
Dal 13 al 15 novembre a Frascati, nella Villa Mondragone, si svolger? un workshop internazionale (IV SuperB) durante il quale si discuter? della progettazione di un superacceleratore per far scontrare elettroni e positroni (il positrone ? l?antielettrone, cio? la particella di antimateria identica all?elettrone ma con carica opposta).
Il Modello Standard, che ? la pi? soddisfacente descrizione dei processi fisici che governano sia il mondo dell?infinitamente piccolo che quello dell?infinitamente grande (dai quark, cio?, all?evoluzione delle galassie), non riesce tuttavia a spiegare il meccanismo che port? alla scomparsa dell?antimateria che si era prodotta, al momento del Big Bang, nella stessa quantit? della materia. L?Universo, infatti, alle nostre pi? approfondite osservazioni, sembra essere composto solo di materia ordinaria: esso risulta perci? asimmetrico rispetto al dualismo materia-antimateria.
Per spiegare questa asimmetria sono necessarie nuove e originali teorie fisiche.
L?asimmetria materia-antimateria sembra correlata a violazioni di simmetrie pi? generali, quali la violazione della cosiddetta simmetria CP (Coniugazione di carica e Parit?). Perci?, capire la violazione della simmetria CP significa fare un passo decisivo verso la comprensione dell?asimmetria materia-antimateria nell?Universo.
La ricerca italiana e, in particolare, l?Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), sono da sempre all?avanguardia nello studio di queste propriet? fondamentali delle leggi di Natura: basti pensare alle ricerche sulla violazione di CP condotte da fisici italiani al Cern di Ginevra e ai Laboratori Nazionali di Frascati, attraverso lo studio dei mesoni K, ma anche ai pi? recenti risultati ottenuti dal gruppo italiano che studia i mesoni B ai laboratori dello Stanford Linear Accelerator Center (Slac) in California.
Proprio i successi ottenuti da queste ultime ricerche, frutto della capacit? propositiva dell?Infn, hanno contribuito a orientare la comunit? scientifica internazionale verso la costruzione di un nuovo acceleratore, 100 volte pi? efficace di quello di Slac, per andare a scoprire le leggi che hanno governato la nascita del nostro Universo.
Il contributo che l?Italia ha dato a queste specifiche ricerche e la ormai consolidata tradizione italiana nella costruzione di macchine acceleratici, capaci di far collidere elettroni e antielettroni (la prima delle quali, Ada, fu costruita a Frascati), costituiscono la ragione per la quale la comunit? internazionale sta seriamente considerando l?ipotesi di costruire questo nuovo acceleratore proprio nel nostro Paese.
Una simile impresa, condotta in un contesto di contributi internazionali, offrirebbe anche l?occasione, a fondamentali settori del nostro apparato industriale, di compiere un decisivo salto tecnologico. La realizzazione di un tale acceleratore, infatti, necessita di tecnologie avanzate: alcune di esse sono gi? esistenti in Italia mentre, per molte altre, esistono sicure potenzialit?, che potrebbero concretizzarsi proprio in virt? di un simile progetto.
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