Centro Nazionale di Calcolo CNAF - INFN. ©INFN, Roberto Giacomelli
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Alte prestazioni, minore impatto: il futuro del calcolo
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Negli ultimi anni, la consapevolezza dell’importanza della sostenibilità come obiettivo fondamentale per il nostro futuro si è diffusa sempre di più tra l’opinione pubblica, le comunità scientifiche e le istituzioni. L’urgenza di mitigare i cambiamenti climatici ha spinto le comunità scientifiche ad affrontare la sostenibilità non solo come fenomeno da studiare ma anche come tema cruciale da incorporare in tutti i grandi progetti scientifici futuri. Dallo sviluppo di tecnologie per l’efficientamento energetico alla eco-progettazione delle nuove grandi infrastrutture di ricerca, passando per l’ideazione di strumenti per la comprensione e gestione delle sfide ambientali globali, la comunità della fisica si sta impegnando sulla questione sia direttamente sia indirettamente. Sempre più di attualità è il tema del calcolo per la sostenibilità ma anche, rovesciando la prospettiva, della sostenibilità del calcolo. Se infatti le modellizzazioni prodotte grazie al supercalcolo e all’intelligenza artificiale ci permettono di fronteggiare fenomeni complessi come le epidemie o gli impatti del cambiamento climatico, i centri di calcolo impiegano computer sempre più potenti per realizzarle. Questi computer, estremamente energivori, hanno un impatto energetico importante, e si prevede un costante aumento della loro domanda di energia nei prossimi anni; perciò, pur rappresentando una risorsa per la sostenibilità, pongono essi stessi un problema di sostenibilità ambientale. Di supercalcolo, prospettive future e gestione della crescente richiesta di energia dei data center, parliamo approfonditamente nell’intervista a Marco Aldinucci, coordinatore dell’High-Performance Centre for Artificial Intelligence (HPC4AI) dell’Università di Torino e co-leader dello Spoke 1 del Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing (ICSC).
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Marco Aldinucci è professore ordinario di Informatica e coordinatore del gruppo di ricerca sul Calcolo Parallelo presso l’Università di Torino. Ha fondato il laboratorio HPC4AI@UNITO e il laboratorio nazionale HPC del consorzio CINI di cui è direttore. È co-leader dello Spoke 1 del Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing (ICSC), dedicato allo sviluppo di tecnologie altamente innovative, sia hardware sia software, per i supercalcolatori e i sistemi di calcolo del futuro
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Intervista a Marco Aldinucci, coordinatore dell’High-Performance Centre for Artificial Intelligence (HPC4AI) dell’Università di Torino e co-leader dello Spoke 1 di ICSC, dedicato all’High Performance Computing (HPC) e ai Big Data
Di che cosa parliamo quando facciamo riferimento a HPC?
High Performance Computing significa usare una potenza di calcolo molto elevata per risolvere un problema più velocemente o per risolvere un problema più grande rispetto a quello di partenza nello stesso tempo. Nel primo caso, l’HPC entra in gioco per risolvere problemi scientifici o industriali in cui il valore dell’informazione degrada col tempo. Ne sono un esempio le previsioni meteorologiche o le simulazioni di fenomeni naturali che abilitano scenari operativi, la chimica farmaceutica e la scienza dei materiali, in cui la complessità del calcolo è enorme e occorre completare l’analisi in tempo ragionevole.
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COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI
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Padova, Museo Giovanni Poleni
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Padiglione Italia, EXPO 2025 Osaka - 15:30 (JST)
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