Il segnale gravitazionale GW150914 registrato dagli interferometri di LIGO, Livingston e Hanford, negli Stati Uniti, il 14 settembre 2015
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Una nuova finestra sull'universo: il primo segnale gravitazionale
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Il 22 giugno del 1916, all’Accademia Prussiana delle Scienze di Berlino, Albert Einstein presenta la sua “Integrazione approssimativa delle equazioni di campo della gravitazione”. È il primo testo in cui compaiono le onde gravitazionali: perturbazioni del campo gravitazionale che si propagano nel vuoto alla velocità della luce e trasportano energia. Onde di cui però, per un secolo, non si trova traccia. O meglio, per cento anni, non esiste sulla Terra uno strumento sufficientemente sensibile da poterle rivelare. Finché nel 2015, due degli osservatori dedicati a questa ricerca, appena rinnovati, registrano un segnale straordinario. È il 14 settembre, e a febbraio dell’anno successivo arriva la conferma: si tratta della prima rivelazione di un’onda gravitazionale. Oggi, a dieci anni da quell’attesissimo annuncio, abbiamo incontrato uno dei suoi protagonisti, Fulvio Ricci, per rivivere con lui l’epocale scoperta e ripercorrere la lunga strada che l’ha resa possibile.
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Intervista a Fulvio Ricci, professore di fisica sperimentale all’Università Sapienza di Roma e spokesperson della collaborazione internazionale VIRGO al momento della rivelazione del primo segnale gravitazionale
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Fulvio Ricci è professore emerito di fisica sperimentale all’Università Sapienza di Roma. Inizia a studiare il problema della rilevazione diretta della onde gravitazionali negli anni ‘70 del secolo scorso sotto la direzione dei professori Edoardo Amaldi e Guido Pizzella. Divenuto esperto di gravitazione sperimentale e di sistemi di rivelazione di onde gravitazionali, e autore di numerose pubblicazioni su riviste internazionali, è stato per diversi anni prima responsabile nazionale per l’INFN dell’esperimento VIRGO e poi spokesperson della collaborazione internazionale dal 2014 al 2017.
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Che cosa sono le onde gravitazionali?
Secondo la relatività generale di Albert Einstein, lo spazio e il tempo non sono immutabili. Sono una struttura – lo spaziotempo – che dipende dalla distribuzione della materia e dell’energia nell’universo e che, a sua volta, indica alla materia e all’energia come muoversi e come propagarsi. Stando a questa teoria, se della materia si muove velocemente nello spazio, le proprietà dello spazio stesso cambiano, cambia la sua misura, quindi la distanza tra due punti di questo spazio. E quando a muoversi in modo rapido sono masse molto grandi e compatte, il cambiamento non rimane localizzato, ma si propaga in tutto l’universo, come un sasso che, cadendo in uno stagno, produce delle increspature sulla sua superficie. Si genera un’onda, un’onda di spazio, o meglio un’onda di cambiamento delle proprietà dello spazio, che chiamiamo onda gravitazionale.
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Terrazza Miramare, Camogli (GE)
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Real Casa dell’Annunziata, Napoli
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