INFN -Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
 

n.7 | Ottobre 2025

La regione centrale del Bullet Cluster osservata dal telescopio Webb in infrarosso e da Chandra nei raggi X: le galassie e le stelle appaiono visibili, il gas caldo è in rosa e la materia oscura è mappata in blu. ©Nasa, Esa, Csa, StscI, Cxc

La regione centrale del Bullet Cluster osservata dal telescopio Webb in infrarosso e da Chandra nei raggi X: le galassie e le stelle appaiono visibili, il gas caldo è in rosa e la materia oscura è mappata in blu. ©Nasa, Esa, Csa, StscI, Cxc

Nel lato oscuro dell’universo:
l'ipotesi degli assioni

Non emette e non assorbe radiazione elettromagnetica, ovvero non è rivelabile dai nostri telescopi; interagisce pochissimo con gli atomi della materia ordinaria; è così esotica da non trovare posto sulla tavola periodica degli elementi: è la materia oscura, una forma di materia diffusissima, pari all’85% della massa complessiva dell’universo, eppure invisibile, rilevabile soltanto in modo indiretto, attraverso i suoi effetti gravitazionali. Nonostante la prima ipotesi della sua esistenza risalga al lontano 1933, essa iniziò ad acquisire forza solo a partire dagli anni Settanta, quando gli astronomi statunitensi Vera Rubin e Kent Ford misurarono la velocità di rotazione delle stelle alla periferia della galassia di Andromeda. Trovarono un valore sorprendentemente alto rispetto alle previsioni della gravità di Newton e la spiegazione più plausibile di tale anomalia era presupporre l’esistenza di una forma di materia non visibile, detta appunto “oscura”, il cui contributo (sommato a quello della materia ordinaria) avrebbe spiegato la velocità misurata. Seguirono altre evidenze indirette, e un pullulare di modelli teorici che tentano di comprenderne e giustificarne l’esistenza: tra questi, uno prevede che la materia oscura sia composta da assioni, particelle alla cui rivelazione il fisico belga Pierre Sikivie ha dedicato decenni di lavoro nel corso della sua carriera scientifica. A febbraio Sikivie è stato insignito della Medaglia Galileo Galilei 2025 dell’INFN, proprio per i suoi “contribuiti pionieristici alla nostra comprensione del cosmo, nel cercare di rendere visibile ‘l’assione invisibile’”, e in questo mese in cui ricorre, il 31 ottobre, il Dark Matter Day, la giornata della materia oscura, abbiamo ripercorso con lui i suoi tentativi di svelarne la natura.

 
Pierre Sikivie

Intervista a

 

Pierre Sikivie

Intervista a Pierre Sikivie, professore emerito presso il Dipartimento di Fisica dell’Università della Florida, insignito dall’INFN della Medaglia Galileo Galilei 2025 per i suoi contribuiti pionieristici nel cercare di rendere visibile “l’assione invisibile”

Pierre Sikivie è professore emerito presso il Dipartimento di Fisica dell’Università della Florida. Nato in Belgio, ha conseguito il dottorato di ricerca a Yale e ha lavorato presso l’Università del Maryland, lo SLAC e il CERN prima di trasferirsi in Florida. Nel 1994 Sikivie è stato eletto Fellow della American Physical Society ed è stato insignito del Premio J. J. Sakurai nel 2020 e della Medaglia Galileo Galilei dell’INFN nel 2025.

Che cosa sono gli assioni?

L’assione è una particella ipotetica, mai osservata sperimentalmente ma molto ben motivata teoricamente. In origine fu proposta per spiegare una certa simmetria delle interazioni forti tra le particelle del Modello Standard, la simmetria di carica-parità (CP). Non era chiaro, infatti, come mai le interazioni forti dovessero possedere questa proprietà, finché non ci si rese conto che l’aggiunta degli assioni al quadro teorico avrebbe automaticamente dato origine alla simmetria. Questa fu la motivazione iniziale per la loro esistenza. Solo in seguito si è scoperto che gli assioni rappresentano anche degli ottimi candidati per costituire la materia oscura.

 
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