Il Premio “Enrico Fermi” 2025 della SIF Società Italiana di Fisica è stato assegnato congiuntamente a Pier Andrea Mandò, professore all’Università di Firenze e già direttore della Sezione INFN di Firenze dal 2008 al 2015, Marco Martini, professore all’Università di Milano Bicocca, e Walter Kutschera, professore all’Università di Vienna, “per il loro ruolo originale e pionieristico nello sviluppo di tecniche nucleari e di spettroscopia di termoluminescenza applicate con grande impatto al Patrimonio Culturale”.
Il Premio, istituito dalla Società nel 2001, in occasione del centenario della nascita di Fermi, è attribuito con cadenza annuale a uno o più soci che abbiano particolarmente onorato la fisica con le loro scoperte, e sarà assegnato il 22 settembre 2025 a Palermo, nel corso della seduta di inaugurazione del 111° Congresso Nazionale SIF.
Pier Andrea Mandò è stato insignito del riconoscimento per aver fatto da antesignano nell’applicazione delle tecniche nucleari ai beni culturali. Fin dagli anni Ottanta, Mandò è stato infatti pioniere, a livello mondiale, nello sviluppo di metodi di analisi della composizione dei materiali con fasci di ioni, permettendo, oltre ad applicazioni allo studio dell’inquinamento atmosferico da particolato, l’analisi non invasiva di manufatti storici e opere d’arte. Grazie a sistemi innovativi di fasci di protoni estratti dalle linee di vuoto dell’acceleratore e di rivelatori ad alta efficienza per i raggi X e gamma, Mandò è riuscito a realizzare misurazioni ad altissima sensibilità, che hanno consentito di ottenere, in tempi velocissimi e senza arrecare alcun danno, informazioni sulla composizione degli inchiostri in documenti di importanza storica, tra cui numerosi manoscritti di Galileo, e sulla composizione e stratigrafia pittorica di decine di opere di enorme rilevanza artistica, tra cui alcuni capolavori di Leonardo, Antonello da Messina, Mantegna.
Con la fondazione del LABEC nel 2004, il Laboratorio di tecniche nucleari per l’Ambiente e i Beni Culturali dell’INFN, gestito in convenzione con l’Università di Firenze, Mandò ha poi ampliato il ventaglio di tecniche di analisi, sfruttando la spettrometria di massa con acceleratore in particolare per determinare la concentrazione di radiocarbonio. Quest’ultima tecnica, oltre alle note applicazioni per datazioni, trova fortunata applicazione anche nello studio dell’inquinamento atmosferico, perché permette di discriminare l’origine naturale o antropica della frazione carboniosa del particolato sospeso.
Accanto a Mandò, Martini è stato premiato “per un nuovo approccio all’analisi cronologica mediante spettroscopia di termoluminescenza applicata all’archeologia”, e a Kutschera sono stati riconosciuti “gli straordinari risultati nel campo della fisica nucleare, in particolare nella spettrometria di massa con acceleratore”.