Nel breve articolo in cui introduce il modello standard, datato 1967, Steven Weinberg scriveva: “certamente il nostro modello ha troppe caratteristiche arbitrarie perché queste previsioni possano essere prese sul serio”. Vengono infatti aggregate in un modello realistico molte idee teoriche sviluppate in quegli anni: dalla teoria di gauge estesa alle interazioni deboli (e successivamente a quelle forti), alla rottura spontanea della simmetria al meccanismo di Higgs, ottenendo un certo numero di previsioni completamente nuove, all’epoca tutte da verificare. Con il tempo, ognuna di queste previsioni ha trovato conferma sperimentale. Oggi, grazie all’energia e alla precisione degli esperimenti attuali, come quelli condotti all’LHC al CERN, non si osservano deviazioni significative dalle previsioni del Modello Standard.
Abbiamo dunque capito tutto della fisica fondamentale? O ci troviamo piuttosto in una situazione simile a quella della fine del XIX secolo, quando tutta la fisica sembrava compresa, prima che rivoluzioni come la relatività e la meccanica quantistica cambiassero radicalmente il nostro modo di interpretare la realtà?
È molto difficile azzardare paralleli storici o prevedere sviluppi futuri, ma quel che è certo è che ci sono ancora molte questioni aperte, interrogativi la cui risposta non si trova nel Modello Standard.
Per esempio: i neutrini sono fermioni di Dirac o di Majorana? Perché le interazioni forti sembrano non distinguere tra materia e antimateria? Come si può integrare la gravità, che è molto debole alle energie che possiamo raggiungere, con le altre forze? Come si spiega l’instabilità della massa del bosone di Higgs? Perché esistono tre famiglie di particelle simili ma con masse diverse? Come si genera lo spettro delle masse dei fermioni del Modello Standard, le particelle elementari che costituiscono la materia?
Queste sono solo alcune delle domande che spingono gli scienziati e le scienziate di tutto il mondo a cercare nuove teorie e nuove particelle.