Le radiazioni ionizzanti di origine cosmica rappresentano uno dei principali ostacoli all’esplorazione umana dello spazio perché mettono a rischio la salute di astronauti e astronaute. Monitorare in tempo reale la quantità di radiazione che li investe è fondamentale per progettare protezioni adeguate e quindi, in prospettiva, per poter realizzare missioni umane di lunga durata. L’attività di monitoraggio di queste radiazioni naturali, i cui effetti nello spazio sono maggiori per l’assenza dell’atmosfera terrestre, è proprio l’obiettivo dei sensori di IRIS (acronimo di Large area, wearable Ionizing Radiation dosimeters for real-tIme crew perSonal monitoring), realizzati in Italia nell’ambito di un omonimo progetto coordinato dal TTLab dell’INFN e finanziato dall’ASI – Agenzia Spaziale Italiana. I sensori sono arrivati sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, lo scorso 15 marzo a bordo della capsula SpaceX Crew-10.
“Il progetto IRIS ha realizzato dei pratici sensori per riuscire a monitorare in tempo reale l’esposizione di astronaute e astronauti alla radiazione: oggi possono essere indossati impercettibilmente per tutto il tempo di permanenza in habitat extraterrestre e, in futuro, potranno addirittura essere impiegati per monitorare in situ l’esposizione alle radiazioni di organi particolarmente delicati”, spiega Beatrice Fraboni, ricercatrice INFN e professoressa dell’Università di Bologna, responsabile del progetto IRIS.
I sensori di IRIS sono dosimetri in grado di rivelare e trasmettere in tempo reale alla centrale operativa (di terra o della stessa base spaziale) la dose di radiazione ricevuta da chi li indossa, permettendo di attivare un allarme immediato in caso di sovraesposizione. Il loro volume e peso estremamente ridotti, uniti alla bassissima potenza di alimentazione richiesta, offrono un significativo vantaggio e li rendono particolarmente adatti a essere impiegati in missioni spaziali per monitorare costantemente la sicurezza dell’equipaggio spaziale. Questi sensori sono stati prodotti con materiali e tecniche di fabbricazione innovative che potrebbero permettere in futuro di realizzarli direttamente in basi extraterrestri, come la ISS, o nel corso di missioni spaziali di lunga durata.