LA LUNA DI FERMI È PIÙ BRILLANTE DEL SOLE

29 Aprile 2016

FermiMoon 2016Per la NASA è l’immagine astronomica del giorno: si tratta della foto della Luna realizzata nei raggi gamma dal satellite Fermi, l’esperimento per lo studio dei fotoni altamente energetici nello spazio, cui l’Italia partecipa con INFN, ASI e INAF. Se si potessero vedere solo i raggi gamma, cioè i fotoni con un’energia un miliardo o più volte maggiore di quella dei fotoni che compongono la luce visibile, il nostro satellite sarebbe più luminoso del Sole. L’immagine della Luna, è stata ricostruita a partire dai dati raccolti nei suoi primi sette anni di attività (2008-2015) dal Large Area Telescope (LAT) di Fermi, che tra i due rivelatori a bordo del satellite è quello dedicato allo studio dei fotoni di più alta energia, e per la cui realizzazione il contributo italiano è stato determinante. Lo studio è stato pubblicato su Physical Review D e su arxiv. La “visione” di Fermi non è in grado di distinguere i dettagli della superficie lunare, ma rivela un bagliore di raggi gamma coerente con la dimensione e la posizione della Luna. I pixel più luminosi indicano le zone in cui l’emissione di raggi gamma lunari è maggiore. Chiaramente viene da chiedersi perché la Luna nei raggi gamma sia così brillante. “Questo – spiega M. Nicola Mazziotta, ricercatore della sezione INFN di Bari, che ha guidato l’analisi – dipende dal fatto che le particelle cariche di alta energia che attraversano il Sistema Solare, note come raggi cosmici, bombardano costantemente la superficie lunare, generando il bagliore di raggi gamma”. “Inoltre, – prosegue Mazziotta – poiché i raggi cosmici provengono da tutte le direzioni, la Luna nei raggi gamma è sempre piena e non passa attraverso le sue caratteristiche fasi”. Al di là della sua suggestione, l’immagine catturata dal LAT di Fermi ha un importante potere predittivo per la nostra conoscenza dei raggi cosmici. “La Luna funziona da bersaglio per la radiazione cosmica, – racconta Luca Latronico, responsabile dell’INFN per Fermi – la quale interagisce con essa generando i raggi gamma che noi registriamo: questo fenomeno ci consente di calcolare l’intensità della radiazione gamma attesa a partire dai flussi di raggi cosmici, modulati dal ciclo solare, e dai modelli di interazione dei protoni con le rocce lunari, tant’è che in letteratura la Luna viene spesso considerata una “candela standard” su cui fare le verifiche dei modelli”, conclude Latronico. La prima immagine di raggi gamma della Luna era stata catturata dallo strumento EGRET a bordo del Compton Gamma-ray Observatory, lanciato 25 anni fa.

Potrebbero interessarti anche

Laura Zani, ricercatrice INFN presso la Sezione di Roma Tre e vincitrice del Young Experimental Physicist Prize 2025

Il Young Experimental Physicist Prize 2025 alla ricercatrice INFN Laura Zani

Immagine: MEG II ©PSI

Alla ricerca di nuova fisica: MEG II aggiorna il suo record

L'apparato sperimentale PADME installato sulla linea di fascio BTF-1 ai Laboratori Nazionali Frascati dell'INFN

Nuovi risultati dell’esperimento Padme nella ricerca della particella X17

Corridoio caldo della sala macchine del centro di calcolo di INFN Torino.

Tecnologie di calcolo per Einstein Telescope: inaugurato a Torino il laboratorio CTLAB4ET

Foto di gruppo delle studentesse e degli studenti della scuola INSPYRE 2025

40 studenti e studentesse da 8 paesi del mondo ai laboratori di frascati per la scuola internazionale INSPYRE 

Immagine della Festa di Scienza e Filosofia di Foligno e Fabriano 2025

Intelligenza artificiale e sostenibilità: l’INFN alla Festa di Scienza e Filosofia di Foligno