ANCHE L’ITALIANO LARRI ARRIVA SU MARTE

26 Novembre 2018

Larri sitoOggi 26 novembre alle ore 20:54, il lander della NASA Insight è atterrato sul suolo marziano portando sul Pianeta Rosso anche un po’ di Italia. A bordo, infatti, c’è LaRRI (Laser Retro-Reflector for Insight) un microriflettore laser sviluppato dai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

InSight (Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport) è una missione che ha il compito di esplorare le profondità di Marte per capire come più di quattro miliardi di anni fa si sono formati i pianeti rocciosi, come la Terra. È stata lanciata il 5 maggio scorso dalla base americana di Vandenberg (California) e misurerà anche l’attività tettonica e il flusso di calore del pianeta e gli impatti dei meteoriti. Gli strumenti a bordo includono un sismometro per rilevare i terremoti marziani, una sonda per monitorare il flusso di calore proveniente dall’interno del pianeta, e lo strumento italiano LaRRI.

LaRRI è un retroriflettore laser miniaturizzato (o microriflettore) che fornirà la posizione accurata del lander Insight durante la sua esplorazione, contribuirà a testare la relatività generale di Einstein, sarà una delle prime “stazioni” di una futura rete marziana per misure geofisiche e fisiche, e contribuirà a ottenere una misura decisamente migliore del Meridiano 0 di Marte (una sorta di “Mars Greenwich”). LaRRI, che è stato disegnato dal gruppo SCF_Lab dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, nell’ambito delle ricerche rivolte alla Luna e a Marte, in attività congiunte con ASI-Matera, pesa 25 grammi, ha un diametro e un’altezza di 54 e 19 millimetri rispettivamente ed è costituito da microriflettori laser fatti di un materiale adatto all’ambiente spaziale. È, inoltre, uno strumento passivo che non necessita di manutenzione e che quindi potrà funzionare nello spazio per molti decenni.

“Ogni microriflettore (retro)riflette il fascio laser proveniente da satelliti che orbitano intorno al pianeta e tutti assieme, disposti su una superficie sferica, contribuiscono a determinare con sempre maggior precisione la posizione del lander da parte del satellite orbitante dotato di laser,” spiega il coordinatore del progetto Simone Dell’Agnello, dei Laboratori INFN di Frascati e aggiunge, “il Gruppo SCF_Lab di Frascati collabora da circa 15 anni con ASI-Matera allo sviluppo, qualifica e produzione di retroriflettori laser per tutte le destinazioni del sistema solare.”

Nel 2020 è previsto che altri due microriflettori siano lanciati verso il pianeta rosso: uno a bordo del Rover NASA di nuova generazione Mars 2020 (si chiamerà LaRA, Laser Retroreflector Array) e un altro a bordo della Landing Platform russa della missione ExoMars 2020 Rover dell’ESA (si chiamerà INRRI, Instrument for landing-Roving laser retroreflector Investigations). LaRRI, LaRA e INRRI sul suolo marziano formeranno una prima rete di punti di misura per la geofisica e la fisica della gravitazione da parte di futuri laser orbitanti.

Potrebbero interessarti anche

L'incontro tra le delegazioni dell'INFN e della NSFC presso la sede della Presidenza INFN a Roma.

Italia-Cina: importante incontro bilaterale tra la NSFC e l’INFN

Rappresentazione artistica dell'evento GW250114

Onde gravitazionali: LIGO-Virgo-KAGRA verificano il teorema dell’area dei buchi neri di Stephen Hawking

La caverna che ospiterà l'esperimento Hyper-Kamiokande nella prefettura di Gifu, in Giappone, e un rendering della futura configurazione dell'esperimento. ©Università di Tokyo e Nikken Sekkei

Giappone: completato lo scavo della gigantesca caverna per l’esperimento Hyper-K

Pier Andrea Mandò, professore all'Università di Firenze e già direttore della Sezione INFN di Firenze dal 2008 al 2015

A Pier Andrea Mandò il premio Enrico Fermi 2025 della Società Italiana di Fisica

Posizionamento di una delle nuove unità di rivelazione di ARCA ©KM3NeT

Operazione ARCA-51: 10.000 nuovi occhi per KM3NeT

Infografica dell'evento GW231123

LIGO-Virgo-KAGRA e la fusione dei buchi neri più massicci mai rivelata con le onde gravitazionali