DANTE AVEVA RAGIONE? DALLA DIVINA COMMEDIA UN’ACCURATA PREVISIONE PER LA MASSA DELL’HIGGS

31 Marzo 2021

dante sitoPESCE D’APRILE!

La presenza di elementi scientifici e relazioni matematiche all’interno della Divina Commedia è stata più volte oggetto di studio soprattutto per i suoi significati simbolici, ma potrebbe celare una previsione molto accurata per la massa di una delle particelle più importanti, il bosone di Higgs. Un recente studio del Centro Studi sulle Simmetrie Dantesche (CSSD), pubblicato su “Medieval Science Studies”, ha mostrato come alcune simmetrie sulla ricorrenza delle parole rintracciabili all’interno del testo possano ricondurre a un valore di 125,32 GeV/c2, che si discosta di pochissimo da quello dell’ultima stima della massa dell’Higgs.

Sulla scia di studi simili basati sulla ricerca di simmetrie nei versi della Commedia, i ricercatori del CSSD hanno esaminato le occorrenze delle parole “peso” e “grave”, semanticamente associate alle proprietà del bosone di Higgs. È stato riscontrato che la differenza fra la prima e l’ultima volta in cui appare la parola “peso” è di 10.231 versi, mentre il numero di versi che intercorrono fra la prima e l’ultima volta in cui appare la parola “grave” è 787. Quest’ultimo è il valore assunto da una circonferenza il cui raggio è 125,32.

Proprio questo valore si avvicina molto alla stima attualmente tenuta in considerazione per la massa del bosone di Higgs, 125,35 GeV/c2, misurata con elevata precisione dall’esperimento CMS del CERN nel 2019. L’ipotesi che si tratti proprio di una stima di questo tipo è rafforzata dal fatto che le distanze in versi delle parole “peso” e “grave” siano in relazione fra loro attraverso un numero, 13, che è pari al numero di volte in cui il gruppo di lettere “gev” appare nei versi del Sommo Poeta, segnalando proprio l’unità di misura corretta in cui leggere il risultato: se si divide, infatti, 10.231 per 13 si ottiene proprio 787. Una previsione estremamente precisa, soprattutto considerando le conoscenze scientifiche dell’epoca.

“È a questo punto plausibile ritenere che Dante fosse ispirato agli studi di Agobardo da Monaco, astronomo e alchimista a lui coevo, che si occupò di calcoli di masse estremamente piccole” ha aggiunto Carlo Brunelli, responsabile della sezione scientifica del CSSD. “Alcuni studiosi riconducono la figura di Agobardo a Aldo dei Bardi, precettore di Guido Cavalcanti, amico e sodale di Dante, attraverso la cui influenza il poeta sarebbe entrato in contatto con gli studi del Bardi”.

L’attenzione di Dante per le simmetrie interne al testo è innegabile e ha portato a svelare spesso significati e simbologie nascoste nei versi, che testimoniano la conoscenza enciclopedica del poeta. Il plausibile legame con Agobardo da Monaco apre una finestra sulle conoscenze legate al calcolo delle masse e rafforza le ipotesi dei ricercatori del CSSD. Le collaborazioni scientifiche degli esperimenti a LHC, che hanno di recente integrato alcuni esperti di analisi del testo dantesco nei propri team interdisciplinari, ripongono ora grandi aspettative per i dati che saranno raccolti nel prossimo Run3 del superacceleratore, che presto tornerà in attività a conclusione dei lavori di upgrade, perché consentiranno di affinare ulteriormente la misura della massa del bosone di Higgs, di definire con sempre maggiore dettaglio le sue proprietà e di descrivere i fenomeni osservati all’interno degli acceleratori. Attendiamo le prossime misure per verificare questa previsione.

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